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Zingaro, la più antica Riserva siciliana

di | 2023-09-07T18:20:41+02:00 10-9-2023 5:15|Sezione 4, Viaggi|0 Commenti

PALERMO – In provincia di Trapani, nel territorio dei comuni di Castellammare del Golfo e di San Vito Lo Capo, in uno dei pochissimi tratti di costa risparmiati dalla cementificazione e da strade litoranee, c’è la riserva naturale orientata dello Zingaro: sette chilometri di costa incontaminata, con falesie che da monte Speziale (altezza massima di 913 metri) degradano verso il mare e formano splendide calette che offrono un mare cristallino, per un totale di quasi 1.700 ettari di bellezza naturale.

La flora della riserva presenta vari ecosistemi mediterranei, con lecci, felci, ciclamini, ginestre; nelle zone costiere si trovano timo, erica, olivastro, alloro, malva, cappero, finocchio selvatico. Pianta simbolo della riserva è comunque la Palma nana: esemplari di Chamaerops humilis (questo il suo nome scientifico) raggiungono i 2-3 metri di altezza. Tra le specie endemiche, vanno segnalate il limonio di Todaro, esclusivo dello Zingaro, che si trova a 750 metri di altezza, sulle rupi di monte Passo del Lupo, e numerose specie di orchidee selvatiche; mandorlo, frassino da manna, carrubo e vite sono invece le specie più comuni introdotte per la coltivazione.

Nella riserva nidificano varie specie di uccelli, tra cui l’aquila del Bonelli, una delle ultime dieci coppie presenti in Sicilia, e poi il falco pellegrino, la poiana e il gheppio; avvistati anche, durante il periodo delle migrazioni, esemplari di aquila reale e di falco pecchiaiolo. Fra gli uccelli notturni sono presenti la civetta e l’allocco. Tra i mammiferi sono molto diffusi il coniglio e la volpe; presenti anche la donnola, il riccio e l’istrice. In passato c’era anche la foca monaca, avvistata per l’ultima volta nelle grotte marine dello Zingaro nel 1972.

L’aquila del Bonelli

Va segnalata infine, tra la fauna marina costiera, una bio-struttura tipica del mare Mediterraneo, per molti versi simile alle barriere coralline, la cui crescita è legata principalmente all’azione di due specie di molluschi. L’importanza di questa bio-struttura risiede nella sua capacità di modificare l’aspetto e le caratteristiche ecologiche delle coste rocciose, creando pozze di marea che ampliano lo spazio a disposizione delle specie e incentivano così la biodiversità.

Per visitare la riserva, sono possibili tre itinerari: il sentiero costiero, il principale della riserva e il più frequentato, che si snoda per circa 7 km e collega l’ingresso principale di Scopello a quello di San Vito Lo Capo, e ha una durata, in sola andata, di circa due ore; oppure il sentiero di mezza costa, a circa 290 metri di altezza, più panoramico, con un tragitto di 8,5 Km e con una durata di circa 4 ore e mezza (nei pressi di tale sentiero, in primavera, fioriscono tante splendide orchidee selvatiche); per i visitatori più esperti è possibile infine intraprendere il cosiddetto sentiero alto, lungo 17,5 km, che ha inizio dopo alcune centinaia di metri a sinistra del percorso del sentiero di mezza costa. Da questo tragitto assai impegnativo, della durata complessiva di circa sette ore, è possibile ammirare panorami mozzafiato e salire sino a Monte Passo del Lupo (altezza 868 metri).

All’interno della riserva si trovano il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare, il Museo della Civiltà Contadina, il Museo della Manna, il Centro di Educazione Ambientale, due aree attrezzate e alcuni antichi caseggiati rurali adibiti a rifugio, presso i quali è possibile anche pernottare. I rifugi utilizzati per il bivacco sono fruibili però solo da ottobre a maggio. La riserva è forse una delle aree protette più note e frequentate dell’isola: 214.000 i visitatori nel 2022.

Il direttore, il dottore Piero Miceli, ricorda che la riserva dello Zingaro è la più antica della Sicilia, essendo stata istituita con Legge regionale n.98 del 1981: è nata infatti dopo la marcia del 18 maggio 1980, scaturita da un vasto movimento popolare di protesta contro la costruzione della litoranea Scopello-San Vito Lo Capo. A seguito di ciò, l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana si impegnò ad espropriare l’area, riconosciuta di grande interesse ambientale.

I siciliani dovrebbero serbare memoria della determinazione popolare che favorì l’istituzione della riserva. E ricordare che, uniti, si può fare qualcosa di concreto per tutelare l’ambiente, bene prezioso per la comunità, presente e futura.

Maria D’Asaro

 

Già docente e psicopedagogista, dal 2020 giornalista pubblicista. Cura il blog: Mari da solcare
https://maridasolcare.blogspot.com. Ha scritto il libro ‘Una sedia nell’aldilà’ (Diogene Multimedia, Bologna, 2023)

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